Derive metropolitane è un'esperienza estetica ed esistenziale che nasce diversi anni fa.[1] Esplora luoghi abbandonati, perduti e all'apparenza impenetrabili, che raccontano di un mondo passato rimasto come sospeso nel tempo e quasi sempre ai margini. E’ affascinante percepire come però questi luoghi trasudano ancora vita e abbiano una identità forte. Trovandoci nell’era della comunicazione, non stupisce il crescente interesse per la relazione tra architettura e nuove forme di narrazione . L’attività di ricerca ha fatto i suoi primi passi attraverso diverse esperienze sviluppate in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Bari. Nell’ambito del Progetto “Pianifica TU” [2]è stata realizzata una prima deriva a Bitonto, dove si è partiti raccontando i riferimenti teorici per poi passare a stabilire strategie, percorsi e i luoghi da indagare, per giungere a presentare i risultati in una manifestazione cittadina. Successivamente analoghe iniziative si sono svolte a Gravina, Cassano , Turi, Bitetto sempre affrontando temi diversi che emergevano dalle esigenze dei territori.
Le nostre forme di indagine/azioni sono ricollegabili al lavoro che un sempre più crescente numero di architetti svolge, ci riferiamo alle azioni e ricerche degli Stalker[3], al corso di Psicogeografia all'Università di Zurigo di Gianni Biondillo[4], alle esperienze anglosassoni come quella del "walking artist " Hamish Fulton.[5]
Ci siamo anche interrogati sulle forme di riappropriazione degli spazi attraverso la land -art e public art compiendo azioni specifiche con la partecipazione al Festival della Psicogeografia , che nasce nel 2012 a Leeds (U.K.) effettuando una "Walk Castel" a Barletta il 24 febbraio in occasione di Terminalia 2018[6]
L’attività così svolta nel corso degli anni ha evidenziato alcune interessanti connessioni tra una pratica del camminare e un suo approfondimento teorico e filosofico. La connessione in diversi territori di abitanti dei luoghi e studiosi provenienti da realtà diverse hanno generato la consapevolezza di una evoluzione delle attività scoprendo nuove possibili letture ad esempio tra “PATRIMONIO” sociale e paesaggistico e “TURISMO”.[7]
Siti per eccellenza in cui si manifesta il fenomeno del turismo, le città-patrimonio o luoghi-patrimonio, vedono ogni giorno il sopraggiungere di turisti che le attraversano e si impossessano del patrimonio culturale, composto di parti materiali e immateriali solo al fine di “consumo”. Tale fenomeno, rischia di divenire da nuova risorsa rigenerativa ed opportunità di reciproche conoscenze a rischio, con importanti effetti sociali, economici e culturali, trasformando spazi e caratteri delle città, introducendo nuove esigenze e parametri di progettazione. La città storica rischia di essere sottoposta ad eccessive azioni di protezione e al fenomeno della musealizzazione. Forme di espressione come la land art e la public art rappresentano però un tentativo per la progettazione di nuovi spazi pubblici per nuove identità.
Tornare a narrare le ATTIVITA’ SVOLTE permette di comprendere l’approccio teorico sperimentato per esempio a partire da Bitonto con una“passeggiata creativa”. Partiamo dall’austero palazzo che ospita l’evento e si intervista una signora e con lei si riflette sullo skyline di ciò che si pone davanti a noi.
Il caldo non scoraggia dal cominciare attraversando un ponte che supera “Lama Balice”, percorriamo tutta Via Castelfidardo e attraversiamo così il ponte progettato da Carmine Sylos. Incontriamo in un giardino un giovane con il suo cane al guinzaglio e gli poniamo alcune domande sulla qualità della vita in quel quartiere.
Ci spostiamo su Via Chiancariello, incontriamo un signore sull’uscio del suo laboratorio artigianale e ci fermiamo a parlare con lui. Si parla di edificazione, di abusivismo, di “movimenti notturni” nell’area di persone, auto e motorini. Di muri costruiti in tutta fretta nell’arco di una sola notte etc.(intervista registrata).
Oltrepassiamo l’alveo del torrente Tiflis, fotografando dei simbolici “dolmen contemporanei” - dei pilastri a chiusura di un lotto - proprio sul punto più basso dell’alveo della Lama. Si osservano anche delle mal progettate aperture circolari lungo il cordolo della strada, necessari per far defluire le acque. Si prosegue su Via Chiancarello per fotografare anche solo dall’esterno la “casa dello scultore”. Ma colui che deriva, è un viaggiatore curioso che vuole «penetrare la realtà mutante del pensiero e del territorio,”(Careri). Suonando il campanello ci accoglie nel suo giardino, intorno ad un tavolo da lui scolpito con una scritta simbolica incise nella pietra. Un frase dello scultore rappresenta concettualmente la nostra “deriva”: “QUESTO TAVOLO NON E’ UN TAVOLO”. Racconta perfettamente quanto il nostro andare a zonzo, anche se può apparire come un perdersi nello spazio e nel tempo, sia in realtà un “altro” modo di scoprire i luoghi dell’abitare, conoscendo le persone che quei luoghi vivono quotidianamente. Si prosegue la “deriva” lungo Via Palombaio, qui all’angolo di via A. Labini incrociamo un anziano signore, magro, che ci chiede insistentemente di essere accompagnato dall’altro lato della piazza. Non restando indifferente alla richiesta di aiuto, in una frazione di secondi ci rendiamo conto che l’anziano è cieco, quindi preso il signore sotto braccio, lo accompagniamo dall’altro lato della Piazza caduti del Terrorismo vicino alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Fiancheggiamo una chiesa e l’uomo chiede di lasciarlo all’angolo di Via Raffaello. Anche questo episodio ci fa riflettere sul senso dell’Urbanistica di Strada, dell’uso della Psicogeografia come strumento di conoscenza del territorio. Evidentemente la vita nella città e nella strada è cosa ben diversa dalla comune pratica professionale, esperienza emotiva che tanti non hanno più l’occasione di vivere intenti a lavorare davanti ad un monitor e connessi con una rete virtuale. Torniamo su Via Solferino e Via Castelfidardo, si osserva una interessante area abbandonata al di là di una cancellata. Vi è uno spazio aperto. Si fanno osservazioni sulle “potenzialità funzionali” dell’area, ubicata sul bordo della Lama. Ci dirigiamo su Via Solferino e proseguiamo su Via Castelfidardo, si rimane affascinati dalla insegna del radiatorista Landmark di altri tempi che ci indica il nostro ritorno.
Passa il tempo e passano i luoghi ci troviamo così a Gravina di Puglia dove realizziamo una deriva multisensoriale a ridosso della gravina “deriva programmata dalla Fiera di Gravina su Via Spinazzola, si sono indagate aree di frangia fra città e campagna effettuando una deriva multisensoriale. In quell'occasione era ancora con noi Gianpio De Meo, sarebbe morto in un incidente il mese successivo.[8] Obiettivo dell’operazione è stato quello di annotare attraverso i 5 sensi (udito-tatto-vista-gusto-olfatto)le sensazioni provate e sintetizzate attraverso un documento finale eseguito nel corso dell’attività pomeridiana. Ci si divide in gruppi. Il primo effettua un escursione più a lungo raggio. Il secondo si dirige verso una pineta e attraversa la Gravina per poi attraversato un ponte si dirige verso il borgo antico. Il secondo affronta i paesaggi di margine, la periferia ed il suo divenire campagna, nel continuo contrasto tra l’edilizia delle case popolari e periferiche li dove si affacciano sulla campagna. Si è sperimentata la viandanza in spazi insoliti. Successivamente i due gruppi si sono incontrati per confrontare le diverse atmosfere riscontrate due immagini diverse della stessa città. Ne è derivata una mappa della città in cui invece delle indicazioni di vie e di piazze si leggono i luoghi dove si sentono rumori del traffico o il canto degli uccelli, dove si assaporano le erbe spontanee o la fraganza della focaccia calda, il profumo di un prato appena tagliato o la puzza di un cassonetto, la morbidezza di una foglia o la ruvidità dell’asfalto. Una urbanistica molto diversa da quella tradizionale.
Ma questa metodologia, questa pratica diventa anche impegno sociale quando si domanda se le nostre città sono realmente per tutti, sono inclusive, e se Turi, piccolo centro agricolo alle porte di Bari fosse una “Città accessibile”.
Abbiamo deciso di sperimentare un percorso “da scuola alla stazione” ,che di fatto attraversa la città, fosse realmente accessibe ai cittadini diversamente abili.
In questo caso la "deriva nella città" è servita per attraversare gli spazi pubblici cittadini con una ragazza non vedente ed il suo cane guida. Abbiamo usato anche delle sedie a rotelle, per poter verificare le difficoltà reali di attraversamento negli spazi pubblici della cittadina. Anche in questo caso foto, riprese video ed interviste hanno permesso di comprendere e comunicare le difficoltà delle amministrazioni pubbliche ma in particolare degli architetti. Questi ultimi si erano seduti per la prima volta su una sedia a ruote e si erano resi conto dei limiti di una progettazione della città non inclusiva.
A Cassano Murge il cammino prosegue e la passeggiata, la psicogeografia si trasforma attraverso dei flash mob in performance che coinvolgono cittadini e parti della città, individuando le scene di un crimine per poi trasformarsi in Land Art.
Il Percorso mette a fuoco i luoghi dove sono stati commessi dei reati ambientali aree di frangia fra città e campagna. Si effettuano dei flash mob, come uno “scandaglio investigativo” di ristrette aree, come se fossero le “scene del crimine”. I partecipanti a queste performance, perfettamente vestiti da agenti della polizia scientifica, recintano parti della città e del territorio, raccolgono i corpi del reato abbandonati al suolo, immondizie, lattine, condom, vecchi indumenti, sigarette, tutto inserito in buste di plastica trasparenti, è stato successivamente ricreato un “paesaggio degli scarti” una “planimetria del delitto”, montata su pannelli metallici circondata dalle “evidence” del reato. I pannelli realizzati sono rimasti esposti all’ingresso della biblioteca comunale per diversi giorni in modo che i cittadini che transitavano potessero “constatare” direttamente con i propri occhi quanto viene “abbandonato impunemente” nell’abitato e nell’immediato circondario dagli stessi concittadini.
A Castelluccio Superiore, si torna ad affrontare una deriva multisensoriale con un gruppo di camminatori partecipanti alla “Netural Walk 3” organizzato da “Casa Netural” di Matera. Siamo partiti da Laino borgo, in un paesaggio di boschi, per raggiungere Castelluccio Inferiore km 5,8 .Da qui poi ci siamo diretti alla Chiesa della Madonna di Loreto a Castelluccio Superiore attraverso un ripido sentiero che costeggia le "mesole" piccoli orti urbani che l'Associazione Officine Verdi stà cercando di riportare in vita. La caratteristica è quella che fornivano di fatto le essenze e gli aromi necessari per la preparazione dei cibi , nel passato. Quindi tutto il vicinato si prendeva cura di queste piccole aree. Raggiungemmo a piedi la località Rifugio Difesa ove pranzammo. Nel corso del pomeriggio e della serata proseguirono attività ludiche ed una cena con balli, canti e recitazioni poetiche grazie. Il giorno dopo sotto grandi alberi in uno straordinaio bosco ed in un area attrezzata del rifugio Difesa di Castelluccio Superiore con tavoli ed accessori ivi presenti , 5 gruppi hanno realizzato diverse planimetrie del percorso eseguito. I gruppi hanno eseguito l’esercitazione con annotazioni e disegni , incollato post-it ed elementi materiali e naturali. Dopo brevi consultazioni fra i vari componenti ed affidando l’esposizione del lavori eseguiti ad un team leader sono stati illustrati a tutti gli altri presenti ed altre persone che nel frattempo si erano aggiunte quali osservatori delle attività in corso.
Nel Sud Italia è facile incontrare strade che finiscono nel nulla, mai completate, spazi pubblici abbandonati all’incuria. A Bitetto abbiamo scoperto ed effettuato una deriva in un parco dove la natura sta prendendo il sopravvento ed allo stesso tempo si offre come luogo ideale per dei nuovi Fruitori dell'abbandono. E' un "parco irreale" che prende vita all’imbrunire e vive di notte per mostrarsi ogni mattina diverso.
Notte, luna e writers che segnano i muri interni ed esterni di edifici mai utilizzati. Disseminati tra i fili d'era le bombolette usate, gli scarti di cene a base di pizze e birre in lattina. Come in un sogno, in questa enorme cavea di rocce e piante spontanee, al chiarore della luna le sagome scorrono veloci, due motociclisti scorazzano con le loro moto tra i pendii, i copertoni delle moto incidono solchi nel terreno.
Cassonetti per rifuti accatastati in un capannone, risate e fremiti tra adolescenti che hanno trovato un rifugio ove sentirsi liberi dalle convenzioni, bossoli di fucili da caccia. Un paesaggio di scarti e vandalismi, di mozziconi di sigarette e natura che si riappropria dello spazio sottratto dal cemento. E' uno spettacolo, la bellezza dell'abbandono e dell'incuria, la poetica della ruggine..... non per tutti, solo per coloro che infrangono le assurde norme burocratiche ed i divieti e decidono di utilizzare un enorme spazio , in gran parte scoperto che doveva essere un parco e non è stato mai utilizzato....
Al chiarore della luna una fauna umana popola un "sogno incompiuto" voluto da altri soggetti, restano tanti dubbi, è un sogno o un parco irreale?
Negli anni Derive metropolitane proprio per questa sua caratteristica di “Capacità di ascolto" ha creato rete realizzando relazioni e allacciando rapporti con altre associazioni come “Archietica Laboratorio etico di Architettura e Paesaggio” e l’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio con cui già da due anni condivide l’iniziativa “giardini Aperti”
Nel 2017 il PROGETTO “GIARDINI APERTI” si è concretizzato tra l’Ofanto e la fossa Bradanica sul tema paesaggi di crisi, da emergenza a opportunità- al fine di contribuire alla redazione di un documento del tipo: “da casa Italia a paesaggio Italia”. La giornata di studio e conoscenza dei paesaggi della riforma fondiaria di Lavello e Venosa è stata finalizzata a promuoverne la tutela e valorizzazione di quei luoghi attraverso il progetto di un paesaggio Etico. Sono stati affrontati in maniera estemporanea e attraverso lo strumento della “deriva” i seguenti temi:
*la conoscenza del paesaggio e dei suoi segni
*la tutela di un patrimonio di architettura rurale edificata nel mezzogiorno d’Italia ad opera delle varie riforme fondiarie
*l’ammodernamento in chiave etica dell’agricoltura basandosi su criteri di civiltà, in contrasto al caporalato e con particolare attenzione ai suoi risvolti sociali
*Il progetto di paesaggio attraverso “Agrocities 2.0” quale proposta di soluzione.
La deriva effettuata ha incentrato la sua attenzione proprio sui borghi della riforma fondiaria: il loro invecchiamento, l’abbandono/decrescita, la crisi delle tradizioni produttive locali e il rischio di smarrimento dell’identità culturale dei luoghi. Il progetto “agrocities 2.0” individua attraverso la multifunzionalità dei luoghi e dei paesaggi nuove opportunità di sviluppo .
Quest’anno è stato affrontato Il mestiere del Paesaggista,con i suoi profondi cambiamenti, infatti il paesaggista diventa promotore, attraverso una CAMMINATA MEDITATIVA TRA LANDSCAPE ARTIST[9] E CULTURA ZEN[10], di nuovi modi di immergersi nel paesaggio del waterfront di BARLETTA
Il paesaggio costiero, quale naturale frontiera che si contrappone al camminare nevrotico e luogo della riflessione. Cosa di meglio per poter entrare a contatto diretto con il paesaggio? Questa modalità sperimentata da Derive Metropolitane si pone come obiettivo quello di percepire meglio quel particolare lembo di paesaggio costiero caratterizzato dal vasto arenile di Barletta.
Si tratta di camminare lungo una linea o un perimetro prestabiliti in spazi aperti o nella natura . Lo scopo è quello di entrare in contatto oltre che con il paesaggio con il proprio intimo e di sentire una profonda armonia e relazione con l’universo. Un rintocco segnala la fine della seduta. L’atto della camminata, aiuta a riportare l’uomo alla coscienza della propria autentica natura, del suo esserci, rappresenta un modo per riprendere contatto con sé stessi, con il proprio corpo, la propria mente, il proprio ruolo nel cosmo.
La camminata meditativa è una pratica che aiuta a calmare la mente e ad accrescere la propria consapevolezza: si osserva tutto ciò che ci circonda e al tempo stesso si osserva il proprio respiro; il ritmo pian piano rallenta, aumenta la capacità di ascolto e l’empatia, lo “sguardo” interiore diventa più limpido, e l’ansia, lo stress e la rabbia si trasformano poco a poco in pace e lucidità. Questa pratica rappresenta un ottimo modo, semplice e alla portata di tutti, per prendersi cura di se stessi e consapevolezza di ciò che ci circonda.
Le connessioni descritte nel tempo si stanno internazionalizzando e cosi si è partecipato a
TERMINALIA FESTIVAL DELLA PSICOGEOGRAFIA [11]
Il Festival della Psicogeografia si svolge dal 2011 ogni 23 febbraio. Il Festival ha avuto origine a Leeds in Inghilterra e si è esteso al di fuori dei confini nazionali. Il Festival è dedicato al Dio Termini.
"....If ever there was a god of psychogeography, Terminus would be it, and Terminalia would be our feast day. The Festival of Terminalia has therefore been adopted by us! It is about the boundaries and borders, real, historical, fictional and imagined. Places of beginnings, endings and thresholds."
A Barletta Il nostro percorso si svolge in direzione di Porta Marina poi percorriamo le Mura del Carmine e ci fermiamo al Paraticchio, lì deponiamo una coroncina di alloro simbolica per praticare il nostro rituale dedicato ai Terminalia. Poi ci dirigiamo lungo i confini che non ci sono più...il tracciato verosimile dell'abbattuta cinta muraria cinquecentesca. Ci dirigiamo verso la Chiesa di Sant'Agostino ove era ubicata Porta Napoli e da lì proseguiamo verso quello che doveva essere il percorso Nord della cinta muraria Porta nuova, Porta Croce e poi deviando verso il castello Porta San Leonardo all'incorcio con via Conte di Cavour per concludersi in Piazza Castello, qui porremo un altra piccola corona di allora ai piedi del monumento per concludere il nostro Terminalia.
[1] Promotori architetti Bernardo Bruno, Gianpio De Meo, Giorgio Skoff. Sito web di riferimento www.derivemetropolitane.it
[2] Pianifica T.U. Ordine APPC di Bari numeri 2-3-4-7 pubblicazione della Commissione Pianificazione Territoriale dell'Ordine A.P.P.C. di Bari , supplemento del bollettino PROIEZIONI
[3] Stalker gruppo di artisti ed architetti operanti prevalentemente a Roma dal 1993 http://www.osservatorionomade.net/
[4] Gianni Biondillo http://www.psicogeografia.com/
[5] Hamish Fulton http://www.hamish-fulton.com/
[8] All'architetto Gianpio De Meo è dedicato un articolo "Walking through Apulia"[8] su Cameracronica Magazine. Nell'articolo si racconta di un paesaggio dell'Italia meridionale con quale inevitabilmente si arriva allo "scontro" seppur si è sempre armati di propositi salvifici. Nel pomeriggio del 13 luglio 2015 mentre Gianpio transitava in bici nel "suo paesaggio desiderato" venne investito da un auto in corsa a folle velocità.
Cameracronica Magazine n°12-Editore Giacinto Cerviere www.cameracronica.it
Media partner Oil Forest League , prima scuola libera di Architettura che si occupa di culture e teorie internazionali del progetto urbano, di architettura e paesaggio www.oilforestleague.it
[9] " La mia forma d'arte è il viaggio fatto a piedi nel paesaggio...La sola cosa che dobbiamo prendere da un paesaggio sono delle fotografie. la sola cosa che ci dobbiamo lasciare sono le tracce dei passi" Hamish Fulton
[10] “Meditazione camminata significa praticare la meditazione mentre camminate. È una pratica che vi darà gioia e pace... Camminando, ansie e preoccupazioni scivoleranno via. Per avere la pace della mente, per ottenere l’auto-liberazione, imparate a camminare così...” Thich Nhat Hanh